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Favole Grottesche |
[ Indice ] |
Spiaggia lontana... |
Gli alberi nascono per essere felici... |
KROP FA SOLDINI... |
SOLO le galline sdentate amano Milano. |
Miliardi di moscerini... |
Oltre LAMPEDUSA... |
Sera tarda fra i KROP... |
Mentre si fa sera... |
I KROP e la MONDIALISATION... |
VARIAZIONE , KROP 2. |
Le lacrime coccodrillesche sono ROSSO SANGUE. |
BUON ANNO |
L'oca stupita... |
Defecare, si', ma con giudizio... |
Il tronco non è un uomo, un uomo non è un tronco... |
La Vecchia della Morte... |
EPIFANIE MORTALI... |
TRONCO 3 / VARIAZIONE/REVISIONE |
Ulisse verso l'ADE, nella notte buia e pure scurissima.... |
Incubi notturni o folli realtà? |
La notte dei coltelli insanguinati... |
Verso la SIBERIA... |
L'ULTIMA CENA... |
Il giorno del COMIZIO... |
Momento di tedio fra gli ORCHI.... |
ORCO & MARESCIALLO: negoziati di pace... |
DOVE arriva il maresciallo DA BIANI... |
DOVE l'Orco Geraldo è incazzato NERO.... |
Verso L'OCCIDENTE! |
ORCO & ORCHESSA |
DOVE le cose finiscono male... |
Dialogo nel sole calante... |
DOVE si viene al DUNQUE... |
Il NOSTROMO scomparso... |
Il sole, il mare, la sabbia, PER IL MOMENTO... |
L'ISOLA-NEL-SOLE quasi vicina... |
CINQUANTA bei bigliettoni da 10.000 EUROs... |
L'ORA AMARA della DECADENZA... |
L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA |
Dove il pavone non resta pedonale... |
IL PAVONE... |
plastica, cristallo, vetro? (INTERLUDE) |
SCORPIO 6 und the end.... |
SCORPIO 5 |
SCORPIO 4 |
SCORPIO 3. |
SCORPIONE 2 |
SCORPIONE 1 |
DOVE il maresciallo DA BIANI incassa e s'incazza... |
LA CAPPUCCETTO ROSSO ritrovata... |
La NONNA è SALACE en anche VORACE... |
PERSONAGGI senza AUTORE... |
IL LUPO divora l'ORA... |
CUORE DI MAMMA... |
DOVE la gallina GERALDINE... |
DOVE il maresciallo DA BIANI ha degli stati d'animo... |
DOVE il CACCIATORE Strazzon ne prende un sacco e non capisce... |
L'erba piena di sangue... |
Il grillo parlante QUANDO parla DICE e non DICE... |
LA MAMMA è sempre LA MAMMA... |
LA MAESTRA CANDOTTI DICE LA SUA... |
il boscaiolo non è di legno... |
LO STRADINO, un bevitore di vino SINCERO.(VI) |
DA BIANI vociona e parla poco |
iL MICOLOGO CERCAVA FUNGHI, ma... |
IL VILLAGGIO... |
il FRINGUELLO ALESSIO (II) |
L'ALBERO KRONTZ |
INTROIBO: LA CAPPUCCETTO ROSSO scomparsa... |
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DOVE l'Orco Geraldo è incazzato NERO....
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Autore : maximilian capa
Domenica, 4 Dicembre 2016 - 22:26 |
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(segue da "L'orco Geraldo degli Orchi" 2, qui sotto)
"L'orco Geraldo degli Orchi" 3
Dopo tutte queste calorose infamie, che il Geraldo degli Orchi aveva seguito E da
lontano E con qualche ritardo E con animo sospettoso ma con anima aperta e verace, pur se
poco spiritosamente, il viaggio si concluse, e quasi, fini': per portarli nelle terre li' accanto
circostanti, poiché le genti peccaminose e fetide non abitano mai dove sta il loro Papa, ma là,
sui dintorni. Laggiù. Oltre i limiti e dentro i limiti. La melma non sta mai nei pressi della
sorgente. Ma: laggiù. Nei terreni adatti ai Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai.... [Leggi tutto]
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(segue da "L'orco Geraldo degli Orchi" 2, qui sotto)
"L'orco Geraldo degli Orchi" 3
Dopo tutte queste calorose infamie, che il Geraldo degli Orchi aveva seguito E da
lontano E con qualche ritardo E con animo sospettoso ma con anima aperta e verace, pur se
poco spiritosamente, il viaggio si concluse, e quasi, fini': per portarli nelle terre li' accanto
circostanti, poiché le genti peccaminose e fetide non abitano mai dove sta il loro Papa, ma là,
sui dintorni. Laggiù. Oltre i limiti e dentro i limiti. La melma non sta mai nei pressi della
sorgente. Ma: laggiù. Nei terreni adatti ai Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai.
Laggiù. In quanto, il problema centrale, la questione nella sua essenza, i dubbi amletici
(diciamocelo francamente!), li si ritrovava nel grosso villaggio o borgo o paesone o piccola
città di Gxxxxxxx al Lago (ch'era, questo, una larga "pozzanghera" piuttosto, svaccata e
fangosa, 126,66 metri x 142,33 fornito "a monte" ed "a valle" da un Torrente Spaccatutto
ch'era un ruscello, in fin dei conti e più che altro...). Gli 8.632 abitanti di Gxxxxxxx erano
noti nel mondo intero per essere dei perfetti Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai, "più realisti del re",
più ipocriti benpensanti baciapile del loro Papa juif-paolino, GLI ESEMPLARI, unici ma
ripetibili, funghi riproducibili, come l'étalon del Metro (100 CM perfetti!) conservato a
Parigi. Preziosamente...
Ma sopratutto essi covavano nel loro seno di massa il leggendario, oramai, giovanotto
del Bar-Tabacchi, una vedette
internazionalmente riconosciuta, ché anche le televisioni Cinesi e di Patagonia gli avevano
dedicato dei lunghi servizi, con folklore locale di contorno e tutto e tutto.
Si era ritrovato pure nel Guiness dei Records, di Londra. In quanto, il giovanotto del
Bar-Tabacchi era -probabilmente- il solo al mondo a tirar fuori 3 volte al minuto "Orca
l'oca!". Anche nel sonno e mentre scopava la sala o la ragazza sua. E quando non lo diceva
lo pensava. La sua meccanica cibernetica mentale s'era stabilizzata -e per sempre-PER
SEMPRE?- a sganciare un "Orca l'oca!" ogni 20 secondi. E, giustamente, l'orco Geraldo vi
aveva individuato e fissato il perno centrale delle calunnie che lo perseguitavano, lui e la
sua famigliola. Un nodo gordiano da tagliare netto! Senno' son guai imperituri...
Arrivati, i bravi orchi, infine, fra il popolo "benemerito" dei
Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai, con un morale infrangibile e d'acciaio, come paracadutisti
finnici dal bianchissimo ombrellone militare, si sentirono subito smonati -purtroppo-
scoprendo che le dicerie, se avevano il fogliame ben giallo e sul marrone, non avevano perso
le radici. E che i germogli della calunnia spuntavano anche d'inverno, riproducendosi in
progressione geometrica: 3X3:33...[V. "L'ULTIMO teorema di FERMAT", pag. 18.333,
TOMO III, addenda 33, comma 13-17, errata: 99/111]
Normale...
Ché neppure i Nostri Tempi Moderni pieni d'arte contemporanea e di carriere progressiste
"d'artistes plasticiens" e vedettes DADA spettacolari erano riusciti a smascherare le
calunnie, le dicerie insensate e senza fondo, sui Lupi Mannaro , gli Ammo Magnato
napolitani, i Vampiri senza tomba e gli Orchi Siberiani.
Il sacrosanto Progresso aveva solo dato una spolveratina sulle vecchie cose, per farle brillare
al Sol dell'Avvenir e affin ché venissero "meglio" alla televisione, dove la fotogenia è
basilare... (...su fondo BLU TV...come amava l'ASSface...)...Cosi'-che-si fa quel che si puote
como si deve. Come si DEVEsse... (Più che d'onestà e limpidezza morale, si tratta d'igiene
pubblica pubblicitaria, per
dentifricio che maschera "più bianco che più bianco non si puo'". ) MA, non si
drammatizzi...
Tutti i Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai, isterici d'angoscia, dunque, presi dai crampi allo stomaco
e cogli occhi spiritati, nascosero i bambini per "evitare" che "gli orchi" li mangiassero,
celandoli nei cessi, dentro ceste incerate, e perfino le caste fanciulle, per "evitare" altri rischi
innominabili, e sconvenienti. Che gli orchi son -notoriamente- pederasti di bambinotte...
Furioso, come è ben comprensibile, Geraldo volle discutere a fondo, intanto, con il
giovanotto del Bar-Tabacchi che aveva la pessima ma campionissima abitudine di dire "Orca
l'oca!" tre volte al minuto, non sempre: ma di tanto in tanto. E, per prendere il male alle
radici. Da onesto "mostro"...
Dopo aver ordinato grappa per tutti e gelati al Rhum per le figlioline, i contendenti si
sedettero intorno ad un tavolo per dileggiarsi e magari spiegarsi. L'orco padre ripeteva
cocciuto il suo abituale:"Ma cosa son tutti questi geroglifici!!!" e il giovanotto del
Bar-Tabacchi tentava di illustrare gli usi e costumi del posto, sfoderando numerose
cartoline. Mentre l'orchessa Isidora-Gina gli lanciava sguardi furenti.
Era la resa dei conti. Ma tiro' per le lunghe... Nessuna sfida mitica all'O.K. Korral di
Tombstone City del Wyatt Hearp, troppo breve e troppo lunga nei raccontari, come lo sbarco
dei Mille del generalino Garibaldi a Nizza di Savoia, poiché il tempo delle leggende è
farneticante, e quel che dura poco si dilata all'infinito, nel commercio carnale delle favole.
Qui tiro' per le lunghe in quanto -e non di meno- ci si trova tra persone intelligenti. O quasi.
"Quel che qui dico lo dico affinché sia inteso e BEN inteso, per quello e colui che abbia
qualche grammo di sale e di pepe nella sua massa cervellottica posta fra le due orecchie, e
non per chi si trovi ad averci un melone vuoto e senza polpa al posto della testa!" diceva
corrucciato l'orco in ripetute varie e croniche come se fossero parte della tortura cinese della
goccia, che sempre cade ineluttabile, e ripeteva pure in cantilena -quasi divertendosi, nella
sua ira-: "Se dice dice e quel che dice lo dice
e quando dice lo dice, dice...MA chi dice? ah! chi dice dice e se dice dice e se non dice non
dice. Ma dice sempre quel che dice, chi dice!"
Ed il giovanotto del Bar-Tabacchi non era di meno, in quanto a cocciutaggine: "Non vi è
più cieco di chi non vuol vedere! I vizietti quotidiani del popolo son Sacri e Santi.
SacroSanti! Che, se gli si tolga pure questo...COSA gli resta? Basta leggere un po' di Hegel o
dell'Adorno per farsi le idee chiare a questo proposito. Senza parlare del Pasolini o del
François Villon!"
Ed il Geraldo, sentendosi percosso nell'anima e tutto intenebrito: "Ma cosa sono tutti questi
geroglifici!?!?"
E le cose andavano ben per le lunghe, come avrete letto su "L'Espresso" e "L"Eco della
Pampa". Nonché sul vostro quotidiano sportivo preferito ("Milan-Fiorentina: 1 a 0 e PALLA
AL CENTRO...")
Ma il concilio di Gxxxxxxx al Lago continuava e pure persisteva.
Settimane intere lontani dai pioppi e dalle vigne ridenti sotto un sole di piombo, rinchiusi in
conclave pervasi, perfusi, perforati, percossi, perseguitati, pelati da discussioni senza fine,
finezze dialettiche, robe dell'altro mondo. Fatto che sconvolse il Sud Europa intero. Anche
in Libia i muslims si sbattevano la testa sulla sabbia, per disperazione. "Poverini"...
Mentre gli intellettuali, Per Forza! "di sinistra", dicevano, scrivevano, sproloquiavano dalle
Alpi alle Piramidi, indigenti e pseudointelligenti, sull'interezza o la parzialità ecologica della
QUESTIONE MADRE. Mentre l'intero mondo si
autocombustionava dall'interno (fatto misterioso ma CERTO!), come un culo bruciato dai
peperoni CHILI-CON-CARNE. "ORCO O NON ORCO?"
Una confusione intera e solida...
[Si trovavano nella vasta sala del biliardo, il biliardo dal tavolone verde era stato spostato in
un angolo "lontano" della sala da biliardo del Bar-Tabacchi con tutti i suoi clienti che si
erano costretti a bere e giocare in un religioso silenzio.
Senza tante complicazioni e proteste.
Nell'angolo opposto, vicini alla vasta vetrata lato strada (piazza, piuttosto) si trovavano i
nostri eroi, che tutti li lasciavano scannarsi in pace, "senno' son botte!"]
Fumando il suo enorme sigaro toscano (quattro sigaroni legati insieme, strettamente,
con banale fil di ferro) il giovanotto
del Bar-Tabacchi era infastidito, in più, dalla mastodontica pipona del Geraldo, il quale s'era
portato dietro, in più, 96 chili di tabacco tartaro importato dal Nebraska nel suo "trauli" -e
tirava come una ciminiera pre-industriale e pure post-meccanica
turco-ottomana, in più, facendo cadere mosche, zanzare e passeri solitari, morti secchi per
conseguenze post-nicotinarie.
Mantenendosi a cauta distanza, vista la faccia poco raccomandabile del Geraldo, la quale
peggiorava (da intimorire le statue
di marmo di Carrara) quando partiva in collera, i cittadini Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai
seguivano il dibattito "televisivo" da fuori, attraverso la vetrata pulita ed illuminata bene,
dalla piazza, commentando e facendo il tifo come ad una partita di Calcio, mentre i
Dio-Can-Cosa-Mi-Dici aventi il cuore a sinistra, pendevano entusiasti verso l'orco lottatore.
Siccome il football (futebolle) rende rimbambite queste povere genti -di già
abbondantemente rincoglionite-, s'esplose la moda e l'invidia delle scommesse e spesso
finiva a botte nei sobborghi.
Come se la confusione e l'asprezza del dibattito e lo squilibrio pericoloso nell'Ordine
Pubblico non fossero sufficienti, giunse allora l'oca Geraldine, che spesso veniva al
Bar-Tabacchi per fracassare il cranio del giovanotto, con il suo ombrello, strillando:
"Mi no so' Orca, Orco de ti!!!". (In un viniziano dell'Alta, tenuto in basso dalle liane
tarzaniane)
[Il che, tradotto -da gentili- in un buon inglese latinizzato sui suoi bordi frastagliati,
potrebbe darti -quasi- questo: un: "Io non sono un'orchessa, ô perfido gentiluomo. Ma tu,
TU sei invece un porco d'orco&orcoporcodio, ô cafoncello scherzoso!"]
E, come sempre, e al solito il giovanotto del Bar-Tabacchi promise di smettere di esclamare
almeno 969 volte al giorno "Porca l'Oca" per cambiarlo con un : "Putin Puttana piccina è
troya la vicina!", mentre la Geraldine gli faceva notare -senza troppa diplomazia- che il
tipastro -lui!- prometteva, prometteva ma non manteneva mai. Come succede spesso presso
la giovinezza incerta di maturità della gioventù in "questi tempi di crisi"...
Aveva già rotto 1.499 ombrelli di varia fattura e qualità e dimensione e marca con logo o
no-logo sul cranio del giovanotto, e questa volta voleva che fosse l'ultima volta e l'ultimo
ombrello: ben decisa a togliere la vita all'iniquo individuo incorreggibile.
E stava passando all'azione, quando...(ZAC! suspense...)...
Ma, quando, quasi subito, su gentile e suadente & amorevolissimo invito della
Isidora-Gina (a calmarsi, a lasciar passare ancora
un poco d'acqua sotto il ponte, a pazientare, a contare fino a dieci avanti di superare gli
estremi limiti...) essa ripose il parapioggia sul tavolo, ella trovo' una sedia e, scontrosa, si
uni' alla disputa, brandendo un biccerotto di grappa all'uva. Gustando la grappa, l'oca si
guardava in giro, con occhio risentito ma placidificata. Che questi insetti non hanno
cattiveria nello spirito. In fondo...
Ma le cose andavano per le lunghe.
Dopo settimane di sproloqui e minacce, il Geraldo degli Orchi trovo' i limiti della propria
pazienza e, pervenuto al punto di voler fare una strage olocaustica di ogni sorta di genti e
genie per estirpare le loro vaccose ideologie, convoco' una conferenza stampa dove si
permise di insultare i giornalisti e qualche cardinale.E gridava a tutti:"Quivi, voi, non capite
proprio un tubo (1)!!! Ed era minaccioso, da far paura ad un paracadutista finnico imbriago
fradicio, brandendo la sua enorme pipa come se fosse un macelloso randello
pre-CroMagnon, e tutti sbiancavano in volto e nel didietro andando in latte, di spavento,
timore e un tantin di paura nera, che quasi se la facevan sotto. L'ideologia incancrenita nei
presenti si diceva fra sé e sé che, purtroppo: "Tutto quel che si dice a proposito degli orchi
non è falso, ma anzi vero..."
Cosi' che il nostro povero Geraldo, nella sua impazienza, otteneva il perfetto contrario di
quel che voleva...
Pien di complicazioni, insomma...
Senza parlare degli annessi e connessi, degli avanti e indietro, che son tanti e che tutti non
li si puo' far entrare in questa breve ed agile cronaca favolistica.
Il "trauli" siberiano mongolico tolteco (2), che li aveva trasportati ecologicamente
attraverso il mondo conosciuto, nella dolcezza volatile degli alisei, coll'ala placida dei
venticelli dell'Est -N.E.Nordicus...., senza niente dal Sud- lo avevano parcheggiato sulla
piazzetta paesana tipicamente Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai di Gxxxxxxx, una "vasca" fra le
case e qualche negozio, dove gli abitanti compivano come "dovere sociale" le passeggiate
serali, chiamate -appunto- nel gergo
locale: "vasche"...
Per darsi piacere e divertirsi e ridacchiare per auto-contentezza, gli Ingegneri e Meccanici
della Scuderia Ferrari lo avevano ridipinto -il "trauli"- di Rosso F1, tranne la vela, Gialla, e vi
avevano impresso il "cavallino rampante" dell'aviatore F. Baracca (NERO su Fondo OCRA
limone-arancio)e pure in certi punti aerodinamici funzionanti mica male. "Un Orco
ferrarista, che aveva cenato in famiglia con l'Enzo a Maranello!" Gli abitanti locali non
sapevano se ridere o se piangere: "Un Orco ferrarista..."
...Anche il parroco, che faceva suonare le campane a stormo QUANDO la Ferrari F.1
vinceva, non sapeva che pesci pigliare... "La Ferrari, come Giuseppe Garibaldi, Giulio
Cesare & Giacomo Leopardi in Italia NON SI TOCCA." Ma, l'Orco...
(segue in "L'orco Geraldo degli Orchi" 4, qui sopra)
[Comprimi]
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Verso L'OCCIDENTE!
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Autore : max capa
Sabato, 3 Dicembre 2016 - 03:58 |
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(segue da "L'orco Geraldo degli Orchi" 1, qui sotto)(03:32 03/12/2016)
"L'orco Geraldo degli Orchi" 2
Ma tutti sentivano che qualcosa non funzionava nella loro bella situazione. Un'angoscia
permaneva ed anzi aumentava, cavalieri senza scalp arrivavano dalle lontane contrade
dell'Ovest e dell'Est-Sud per rapportare non solo il persistere delle calunnie contro gli orchi
ma pure il loro tranquillo progredire. A causa della crisi, in questi tempi di crisi...(1973-2073),
gli orchi, i poveri orchi, ridivenivano delle "têtes de turc", dei capri espiatori per le mentalità
juif-paoline delle ... [Leggi tutto]
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(segue da "L'orco Geraldo degli Orchi" 1, qui sotto)(03:32 03/12/2016)
"L'orco Geraldo degli Orchi" 2
Ma tutti sentivano che qualcosa non funzionava nella loro bella situazione. Un'angoscia
permaneva ed anzi aumentava, cavalieri senza scalp arrivavano dalle lontane contrade
dell'Ovest e dell'Est-Sud per rapportare non solo il persistere delle calunnie contro gli orchi
ma pure il loro tranquillo progredire. A causa della crisi, in questi tempi di crisi...(1973-2073),
gli orchi, i poveri orchi, ridivenivano delle "têtes de turc", dei capri espiatori per le mentalità
juif-paoline delle popolazioni occidentali. Coi vampiri, gli zombies, i lupo mannaro, le
piattole e le multe per eccesso di velocità...
Era chiaro che le persone ammodo dovevano far qualcosa, per forza!, e questa urgenza
premeva fin laggiù, nel lontanissimo faro oceanico di Finimondo-Di-Sotto.
Allora, per non morir di noia 25 ore su 24 e di sconforto, il grosso e sapido orco Geraldo
segui' un corso di Egittologia per
corrispondenza, per poter capire il senso del significato e gli impliciti e i connessi dei segni
delle tante calunnie semantiche e
folkloriche che circolavano sulla sua pertanto pregiata "razza" mitico-etnica.
E divenne perfino perfessore di papirologia e di algemistica a quattro curve con rotelle
semiologiche dentate svirgolate. Peggio che il "povero" Umberto ECO...
E venne un giorno dalla data basilare, quello in cui il nostro strano eroe decise da passare,
senza troppo rovistare nelle Morali delle Favole, dalla Teoria alla Pratica. Senza sbattere il
pugno sul tavolo e senza fare il mussolini dalla ganascia spinta in avanti come la prua
rovente ed anglosassone del para-piroscafo atlanticus "TITANIC" ma, calmamente,
pisciando in bocca al bieco lenin e volgendo un occhio tenero alla sua dolcissima famigliola
che lo guardava con calore da caffé-cioccolata senza zucchero ma impinzaccherato da gocce
d'amore simili alla rugiada che piscia talvolta rorida e squillante sulla Valle Dell'Eden di
California.
Armato della sua quintessenziale erudizione, allora, dopo aver verificato che il lume del
faro disponesse d'una riserva d'olio di balena sufficiente per tre mesi, Geraldo attraverso' il
mondo conosciuto insieme alla famigliola al completo, con il suo "trauli da tundra", ch'era
una macchina/semplice- una slitta, se si vuol semplificare. Ma impressionante.
Impressionante, composta da due tronchi d'acacia polare legati insieme da un cordame di
strisce di pelle di bisonte del Polo Nord, con un ripiano-ponte di tavole segate via da zanne
di mammuth ultra-ante-preistorici, ed una grande vela triangolare di pelle pelosa d'ali di
pipistrello.
Il "trauli" aveva richiesto un bel e ben lungo lavoro, di che rendere soddisfatto un solerte
ingegnere campestre.
Sul verso di dietro, dalla parte del culo, come si puo' dire, l'insigne manufatto trasportava,
ben fissata, una yurta di pelliccia di tricheco, con dentro cucinotto, cesso copiato sui W.C.
senza scarico delle astronavi spaziali più moderne ed un vasto lettone, dove tutti dormivano
insieme, e pure i fantasmi mongoloidi, ospiti arrivati dal Nulla, ed il corvo Ulcerinus che
portava indosso pure una ventina di pulci e pidocchi Aleutini e Siberiani, il quale
uccellaccio aveva cambiato di stile e se ne stava quasi sempre zitto ora, poiché riteneva di
dover vedere come sarebbero andate le cose prima di pronunciarsi -salacemente, come al
solito-
sul da farsi prossimo futuro e sul nero possibile. Nero.
Ed inevitabile, secondo i suoi segreti pensieri. "Tutto questo finirà malissimo!"
E partirono, orco orchessa ed orchessine, in un mattino zeppo di nebbie, nevi, piogge,
grandinate, lampi e tuoni, tifoni, uragani, fortunali, tempeste, trombe d'aria, cicloni, bufere,
nubifragi, diluvi, procelle, e non so che altro. Poiché gli dei gli erano contro, per ragioni
sconosciute, che solo la teologia potrebbe spiegare, se lo potesse... Ma la famigliola
malfamata era solidamente unita, senza pessimi stati d'animo: l'orchessa leggeva cantando
come la Maria Callas storielle umoristiche squinternate, e tutti ridevano divertiti come
pazzi. Il viaggio iniziava bene. Fumando la sua immensa pipa, il Geraldo orco teneva la
rotta, dritta ad Ovest, senza bisogno di consultare la bussola, grazie al suo sesto o settimo
senso. E, magari, al decimo...
[Per la PRIMA VOLTA -dopo Gengish Khan- degli Esseri Umani esogeni,
dall'occhio a mandorla e ridente, esotici incurabili, andavano -in tentativo di periplo- verso
l'OVEST: d'Oriente in Occidente -in un viaggio di scoperta e Rettificazione Ideologica
("BASTA colle calunnie VERSUS gli ORCHI!"), compiendo un tragitto inverso a quello del
viniziano Marco Polo! Ci si renda conto (del FATTO insigne): LE JUIF torinese
CRISTOBAL COLON (Colombo...) -divenuto precipitevolissimevolmente: paolino, ché
-altrimenti- l'Isabella la Cattolica gli ci averebbe tagliato i coglioni come ai Mori
MUSULMANIA-, COLOMBO non aveva ancora "di-scoperto" -ad Occidente- Le Indie, il
Cipango, il Katay ed il TOKAY (ungherese...)! Gli intellettuali sartriani -questi porcini
maialotti porcillastri- di Piazza Navona e parigini "guardavano" con occhio nostalgico verso
l'EST, speranzosi, nell'attesa CHE: "QUALCUNO VERRA' ": gli ci arrivo' STALIN (per via
postale...) e lo squallido MAO! (Non ne furono, poi, in seguito, troppo contenti...). L'ORCO
GERALDO era il FATTO NUOVO, non ideologizzabile, unico, irripetibile. Lo si saprà solo
DOPO...]
Spinta dal Vento dell'Est la macchina-slitta, che si chiamava Ghelthrudeh, li porto'
attraverso villaggi e città fino al lontano scopo del loro andare, ch'era il territorio dei
Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai: per mettere in chiaro le cose. E UNA VOLTA PER TUTTE! Ma,
prima di giungervi, si fermarono una giornata a Maranello di Modena dove i baldi ingegneri
della Scuderia Ferrari, in quattro e quattr'otto, confezionarono per la banda di Geraldo degli
Orchi dei magnifici vestiti rossi in fibra di carbone, su disegni del carrozziere Pininfarina.
Perché essi volevano, gli orchi, far bella figura e presentarsi con buon gusto e
decorosamente. Gli abiti erano aerodinamici, studiati nella Galleria del Vento costosissima,
che permettevano di camminare a 50 all'ora e correre a 75,33 KMH come niente. Cose mai
viste, dovute alla genialità italico-romagnola, mai apprezzata alla sua giusta misura dalle
istanze della cattiveria mondiale. Geraldo degli Orchi quasi piangeva mentre riceveva
questo dono insigne, in mezzo a folle
in delirio, Banda d'ottoni, la famosa fanfara con tromboni e pifferi, paesana, e tiri di fuochi
d'artificio, e piacevoli discorsi ufficiali caldi e ridondanti. "La poleteca" recuperatrice...
Per sottolineare il suo nobile rango, inoltre, -cio' sia detto per i curiosi della stampa che
spesso ignorano quel che non gli piace...- il Geraldo portava con sé, oltre la sua enorme pipa
con scorta di tabacco élitario sufficiente per mesi, una borsa fighissima a tracolla con dentro
il telescopio binoculare, per guardare lontano senza esser visto ("roba DA CAPI!"), e un
sacchetto di denti e grinfie di foca della Macedonia-del-Sud Antartica, per farne omaggio al
Paolo MC2VIXI, al Papa dei Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai.
Il Sublime Vecchio, tristissimo da riderne, gli pareva, al Geraldo, -stando alle cronache-
vaccamente interessato alle malesorti ed alla malasorte nei malatempora degli orchi siberici
siberiani e d'altrove, come al solito, secondo i suoi vizi bizantinoidi. Ma...
Ma poi, le cose andarono male o funzionarono solo un pochino col Sommo Pontefice, il
quale rifiuto' "con grazia" -ma
chiaramente- di avere uno "scambio di vedute sui principali problemi internazionali" con un
eretico sibarita sibarico siberiano lustrato negativamente da un carico di cattiva fama storica
assai pesante da portarsi sulla groppa.
Nonostante la buona volontà dell'Uomo di Dio, i suoi pregiudizi ancestrali, cacciati dalla
porta, gli rientravano dalla finestra degli occhi, la cui espressione -sotto l'ipocrisia- non
ingannava il nostro mansueto e deluso Geraldo degli Orchi.
Ah!Se pure il Papa...
Ma, non si drammatizzi...
Mentre un Nunzio Apostolico portava in giro, entrambi viziosamente stravaccati in
un'aurea e nera di pece gondola, l'orco Geraldo degli Orchi, senza la sua famigliola
deliziosa, spiegandogli -fra una bottiglia di grappa e l'altra- che: "Sua Santità non Le vuol
del male, ô Nobile Signor Degli Orchi...Solo è che...sappia...Il Papa dei
Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai non puo', se vuol evitar disastri e incomprensioni
radio-televisivi, ...senza parlare dei "giornalisti" di Sinistra... incontrare "n'importe qui"...
Voi avete cattiva fama, e non è colpa nostra. Non è neppure colpa Vostra, Eccellenza.
Ma...MA...Dovreste pensare a sopportare l'impossibile, come i giapponesi nel settembre
1945, che si sono americanizzati: diventate Voi stesso un Dio-Bon-Cosa-Mi-Dici-Mai.
L'attitudine papale potrebbe ALLORA mutar d'angolo morto e, magari, Vi si potrebbe
canonizzare... Un Sant'Orco Geraldo farebbe un bel effettone sui calendari... In questi
tempi di crisi..."
Mentre il Geraldo rifiutava secco, slargando minacciosi -quasi- due occhi lampeggianti e
brividevoli grossi cosi', e faceva osservare, placidamente e platonicamente che: "Non se ne
parla neanche! In Siberia sarei squalificato e perderei il mio posto di
Guardiano del Faro! E dunque, voi, non pensate alla mia famiglia? Tengo famiglia io, da
mantenere..."
Mentre succedevano questi tentativi di vecchia psico sodomia gesuitica, il Papa, lui,
battezzava non solo le due fanciulline Gerolomina e Fiorelladiprato ma pure l'orchessa
Isidora-Gina, affermando e/o pontificando che: "Le colpe dei babbi non ricaschino mai
sulla prole! Se il babbo vi mangia, almeno cosi'non finirete al Limbo, dove restereste
ancorate durante 33 ere. Battezzate, sbarcherete in Paradiso subito, e saluterete da parte mia
Tutta la Banda!... E che mi tengano al caldo il mio Cosciotto d'Agnello MUSULMANIA,
lassù!"
Il corvo Ulcerinus, pur non dicendo niente, nondimeno pensava sfrenatamente che:"Lo
sapevo, lo sapevo: tutto cio' finirà malissimo!" e ne discuteva sottovoce coi fantasmi
mongoloidi che si teneva in tasca. Il battesimo non porta sempre male.
Contente di andare in Paradiso non appena morte, le due sbarazzine orchette rovesciarono,
ridendo come pazzerelle scappate dal manicomio SAN SERVOLO di Udine:sedie e
motorini, ostie e fighette,
capis-longis e pissidi argentate, madie, formaggi stagionati, colubrine, secchie rapite,
macinini senza sale, cavoli bolliti, mutande stanche ma non prive di compagnia, discorsi
insulsi, salatine sottaceto, corvi, bismuti, cavalle morte, stanchissime
vecchiette, frantumi di porcellane, cavalieri tatari e sloveni, salami all'aglio, mentre
cantavano in coro colla loro mamma Isidora-Gina, la quale era pazza di gioia:
"Volare oh-oh! Volare oh-oh-oh!---
Volare, volare, nel blù dipinto di blù,---
felici di stare lassù,---
con i pompieri di Viggiù,---
volare oh-oh-oh, nel blù dipinto di blù,---
felici di stare lassù!" nell'intento gioioso di allertare gli Angeli Custodi là in alto, che
stessero pronti per il loro non tanto
prossimo arrivo.
(segue in "L'orco Geraldo degli Orchi" 3, qui sopra)
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ORCO & ORCHESSA
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Autore : mac capa
Giovedì, 1 Dicembre 2016 - 13:09 |
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(quasi BUONO 11:24 22/06/2011
16:34 11/05/2011...EDIT:19:23 29/11/2016)
¤¤¤ 4 ¤¤¤ L'orco Geraldo degli Orchi
"teneva famiglia"...
"Orca l'oca!", "Porco l'orco!", "Orco dio!" (Calunniate, CALUNNIATE! Qualcosa
resterà...)
C'era una volta, in questi tempi strani che sono i nostri, un orco di nome Geraldo che si
sposo' con l'orchessa Isidora-Gina,
splendida manzotta la quale, ben contenta del fatto, spancio' ben presto due orchette:
Gerolomina e Fiorelladiprato. Gemelle ma dispari. Uguali tali e quali ma nate con 333
minuti di distanza. Il che non cambia quasi ... [Leggi tutto]
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(quasi BUONO 11:24 22/06/2011
16:34 11/05/2011...EDIT:19:23 29/11/2016)
¤¤¤ 4 ¤¤¤ L'orco Geraldo degli Orchi
"teneva famiglia"...
"Orca l'oca!", "Porco l'orco!", "Orco dio!" (Calunniate, CALUNNIATE! Qualcosa
resterà...)
C'era una volta, in questi tempi strani che sono i nostri, un orco di nome Geraldo che si
sposo' con l'orchessa Isidora-Gina,
splendida manzotta la quale, ben contenta del fatto, spancio' ben presto due orchette:
Gerolomina e Fiorelladiprato. Gemelle ma dispari. Uguali tali e quali ma nate con 333
minuti di distanza. Il che non cambia quasi niente... Forse...
[Purtroppo, le dicerie son tante in questo Mondo pieno d'orrori squallidi e di
vegetariani-non-coltivatori, e vi abbisogna -sempre, con cura- precisare puntigliosamente
tante cose, con metodo, continuamente, senno' vi ritrovate con sul gobbo una gerla
straripante di false notizie da comari e mostruosità d'ogni genere. Che poi, le quali, vi
piegano in due, quasi spezzati... Mortacci! Puff!
Ad esempio -e per esempio- l'Isidora-Gina non era dell'etnia bovina e neppure porcellina né
tantomeno cinghialo-zannuta
e/o marsupiala. "Manzotta" è un modo di dire: "Ve' là, una bella manza, proprio!" il CHE
significa che la donna in questione
è ben fatta , di magnifiche forme, solida, goduriosa, d'anche larghe e rinascimentali,
energica e piena e soda di tante voglie. Nata orca, quest'orchessa "manzotta" se la cavo' mica
male, in seguito, nella vita.]
La bella e vispa famigliola trovo' lavoro con vitto ed alloggio al completo, poi, un bel di',
come guardiana del faro di Finimondo-Di-Sotto, (sui bordi ultimi della Siberia
Australopiteca und PITECantrhopus Penkinensis, un vero deserto marino, colla tundra e la
steppa ghiacciata sul dosso, con poche navi pescherecce ma molti piccoli sottomarini di
spionaggio), dove solitamente non c'era proprio quasi niente da fare, tranne che farsi da
mangiare, giocherellare o guardar la televisione, che non funzionava.
(O solo di tanto in tanto, secondo l'influenza capricciosa delle macchie solari, che anche a
prenderla a calci non la faceva commuovere, se non voleva, che cosi' son fatte "le donne"
elettroniche...).
...Lavoro scarso..., "che dio lo benedica!", dunque.
L'enorme lampione faresco, Idea-Scoperta insigne del Da Vinci, tratta dalle sue opere
disegnate, il tale marchingegno lungi lanciava la sua lama tremenda di luce per indirizzare
e consolare i navigatori persisi nel vastissimo oceano, funzionava da solo. Bastava dargli da
bere ogni 15 giorni...
Non gli restava, dunque, al povero orco semi-patriarcale, come svago antitedio, che fumare
la sua enorme pipa di radice di
lichene primordiale, con tabacco tartaro importato di frodo dal Nebraska dagli eschimesi
alaskiani: MA, questo, solo in certi giorni dell'anno, e con certe lune semipiene o semivuote
-all'indiana- esclusivamente, (altrimenti i contrabbandieri tremavano di paura, pieni di
sussiego...).
E si divertiva a farsi uscire il fumo per le orecchie, cosa che divertiva, divertendole, le sue
piccine e pure i bimbi dei nomadi senza terra che venivano spesso al faro per scaldarsi gratis
e cuocere il loro schifoso pesce secco senza sale che puzzava orribilmente, iniziando a
bollire. E pure poi...
L'Isidora-Gina disponeva, dal suo lato, d'una raccolta impressionante di volumi pieni di
fiabe arcaiche e pure -lupus in fabula- sulle storiche vicende
della genia "leggermente malfamata" degli orchi e ne leggeva in abbondanza -con teatrale,
truce gestualità- alle sue bimbe le quali, giocando il gioco, urlavano di spavento e facevano
ogni sorta di boccacce contro il muro. Sulle "immagini" sul muro.
Poiché e infatti...
Sul muro, ingrigito dal fumo del focolare afghano, danzavano ombre cinesi prodotte -en
artistes plasticiens- da alcuni fantasmi mongoloidi di passaggio -ospiti diventati cronici,
come le malattie benigne.
Questi bizzarrelloni inveterati e pure invertebrati usavano la luce intensa del televisore,
morto, privo di contatti immaginifici e manipolatorii, e proiettavano sull'intonaco decadente
storielle mute giapponesi dell'epoca TU-CHI-CIANG-KO, in cui si capiva agevolmente che
un orcone coreano divorava "à tout aller" quelli della sua tribù e dei lontani cugini in visita,
dopo averli
squartati in cinque o dieci pezzi sanguinolenti, secondo i giorni, la domenica solo sei pezzi.
Altro che spezzattino di patate e fagioli rossi...
E il loro babbo Geraldo ridacchiando verde osservava la scena con apparente diletto, ma
restava sconnesso e un poco triste...Queste
storie di orchi -è facile comprenderlo- gli quadravano malaccio. Il babbo, sortito fuori dal
faro di casa e dalla casa del faro, e fuori di sé pure, gettava talvolta verso la nera notte senza
stelle il suo sconsolato: "Ma cosa sono tutti questi geroglifici!" e cio' rendeva inquieta
l'Isidora-Gina nelle cui storiche favole (quelle che leggeva ad alta voce ed altre che si teneva
dentro l'animo) si parlava pure di orchi: CHE DIVORAVANO LA PROPRIA PROLE.
Ed un tremolio di paura, allora, le grattava nei prossimi dintorni del plesso solare. E pure nel
centro, da farle male. Talvolta.
E, sentendo queste cattive vibrazioni, il padre infastidito si metteva a saltellare come un
orso per distrarle, orchessa e piccine orchette, e poi tutti giocavano a mosca cieca e il
Geraldo faceva "AUFF-AUFF!" mentre un corvo nero della Siberia subtropicale
-denominato Ulcerinus- persosi di strada e vivente a sbaffo fra di essi, li osservava gelido da
sopra la scansia zeppa di libri antediluviani e tante brocche ben coperchiate, d'olio di foca
del Sud e di balena veneziana, di peperoni somali in aceto, di pelo grasso di mammuth
(prezioso per condire gli spaghetti tatari d'Est), di pomodori aztechi, di fichi d'india sloveni,
di tante e tante cose vecchie ed irreperibili. Un vero tesoro alimentare, degno del pirata
Barba d'Acciaio Inossidabile, che lo avrebbe magari nascosto nella sua Isola Misteriosa, se
solo avesse potuto impossessarsene...
Ed il corvaccio gracchiava con infida petulanza da comare curiosona come fa la portinaia
attenta a chi entra ed esce: "Tutto cio' finirà male. Tutto cio' finirà malissimo!"
E le due bambinette orchessine gli gridavano contro, per renderlo innocuo, facendogli, a
due dita, le corna antimalocchio: "Zitto, serpe di corvaccio! Zitto serpente di corvo! Zitto
Babalu di Babalo'! Oh!Oh! Zitto uccellastro del malaugurio! Tié!Tié!Eh!Eh! Babalu di
Babalo', oh!oh!"
Ed allora, il nero volatile -trovandosi in situazione disagevole- saltellava
inquieto sulla cappa del camino del focolare, dove aveva abitudine di scaldarsi le unghie
prima di affilarle coi dentoni suoi, dentacci bianchissimi dentro il nero nerissimo del suo
becco innaturale.
E canterellava: "Boni...Boni...Tranquilli...E che cazzo! non mi spennerete mica per cosi' poco,
ché tutto vabbuono! Tranquilliiii...boniiii..." E, rivolto all'orco Geraldo e all'orchessa
Isidora-Gina, che lo tenevano d'occhio con severità, aggiungeva: "Le stelle e le lune e le
costellazioni e Marte e Venere oroscopano un pessimo futuro, sarà forse a causa del
Riscaldamento
Climatico, del virus ultrasegretissimo A(H1N1) oppure della rottura-scissione del Partito
Comunista di Patagonia ché s'è
scassato in tre tronconi...non so...io non ci tengo colpa... Ma tutto va bene, ADESSO ancora,
tutto va bene. Che diamine!
Poi...si vedrà...non drammatizziamo..."
(segue in "L'orco Geraldo degli Orchi" 2, qui sopra)
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